America’s Cup: tradizione e business

Domenica scorsa ad Auckland, in Nuova Zelanda, si è conclusa la prima edizione della Prada Cup  (ex Louis Vuitton Cup) con il trionfo del challenger of record Luna Rossa. La competizione è sicuramente uno dei trofei più ambiti in ambito velistico, tuttavia oltre alla vittoria ed all’iscrizione nell’albo d’oro, la vera ricompensa della Prada Cup è il tanto sognato posto nella sfida contro i detentori dell’America’s Cup. Al torneo vinto da Luna Rossa, detto “degli sfidanti”, partecipano infatti tutti i potenziali challenger dell’America’s Cup. Quest’anno erano tre: Luna Rossa, Ineos Team UK e American Magic, tuttavia in seguito a diversi entusiasmanti round robin, una semifinale ed una finale, il team italiano è riuscito a trionfare per la seconda volta dall’istituzione del torneo degli sfidanti, guadagnando la preziosa possibilità di sfidare Team New Zealand nell’America’s Cup.

Difficile descrivere in poche parole cosa rappresenta per chi è appassionato di vela l’America’s Cup. L’ambito premio per i vincitori, chiamato dai velisti di tutto il mondo “Auld Mug” ovvero la vecchia brocca, è il più antico trofeo sportivo al mondo. È infatti in palio dal 1851, 170 anni fa e rappresenta molto più che una semplice ricompensa. Chi vince l’America’s Cup, oltre ad entrare nella storia, decide il luogo e molte delle regole dell’edizione successiva. Per Luna Rossa, una vittoria contro New Zealand potrebbe significare portare per la prima volta nella storia la vecchia brocca in Italia, organizzando la prossima edizione nel nostro paese. 

L’australiano Alan Bond, vincitore dell’America’s Cup nel 1983, ovvero il primo anno in cui il trofeo non è stato vinto da un team americano, diceva: “chi si illude che la Coppa non sia una questione economica è un ingenuo”. Sicuramente però, la “questione economica” citata da Bond non riguarda il montepremi della Prada Cup, che non esiste. Non sono infatti previste somme di denaro per i vincitori della coppa tra gli sfidanti, mentre nel caso dell’America’s Cup non sono rese pubbliche cifre ufficiali. Senza montepremi, la domanda sorge spontanea: come possono i team finanziare gli ingenti investimenti relativi alle imbarcazioni, staff ed organizzazione delle regate?

I principali finanziatori sono gli sponsor. Le regate, grazie al loro fascino e spettacolarità, attirano l’attenzione di milioni di spettatori ad ogni edizione, pronti a supportare da casa la loro imbarcazione preferita. La Coppa rappresenta dunque un’enorme opportunità per aziende che vogliono associare il proprio brand alle conquiste delle imbarcazioni. Osservando una foto di Luna Rossa è facile notare i due main sponsor Prada e Pirelli, entrambi italiani: nelle ultime settimane numerosi media italiani e stranieri hanno dedicato articoli e pubblicato foto di Luna Rossa, portando dunque tanta visibilità ai brand coinvolti. L’investimento e la fiducia degli sponsor nel team è stata dunque “ripagata” con una serie di vittorie prima contro American Magic e successivamente contro Ineos, che hanno portato ad alzare la coppa del “torneo degli sfidanti”.

Uno degli aspetti più affascinanti riguardo l’America’s Cup è l’evoluzione nel corso degli anni delle imbarcazioni partecipanti. Le barche a vela utilizzate in questa edizione rappresentano un capolavoro ingegneristico senza precedenti: grazie a particolari appendici chiamate hydrofoils che creano portanza, le barche riescono a “volare” sull’acqua. In maniera molto simile alle ali di un velivolo, i foil rivestiti in carbonio permettono alle imbarcazioni di raggiungere oltre i 50 nodi di velocità. Secondo Bertelli, AD di Prada e presidente del team Luna Rossa, l’America’s Cup “non è una regata, ma uno sviluppo tecnologico dove la regata è soltanto l’ultimo processo”. 

Come facilmente immaginabile, gli investimenti per il progetto e realizzazione delle imbarcazioni di questa edizione sono stati ingenti. Il team che ha speso di più è stato Ineos, con oltre 120 milioni di euro di investimento. Quello che rende l’impresa di Luna Rossa ancora più sorprendente è stata la differenza di budget con gli sfidanti: il team italiano ha speso meno della metà rispetto a Ineos UK, ovvero circa 60 milioni di euro, stessa cifra del Team New Zealand. 

Il fascino di questa competizione risiede anche in questi numeri: analizzando le spese e “sulla carta”, Ineos non avrebbe dovuto avere problemi a battere Luna Rossa, tuttavia le variabili in una regata sono tantissime e grazie ad un formidabile equipaggio ed alla progettazione di un’imbarcazione veloce e maneggiabile con qualsiasi condizione di vento, Luna Rossa è riuscita a conquistare la possibilità di sfidare il defender per l’ambita Coppa.

Dal 6 Marzo gli occhi del mondo saranno puntati su Auckland, dove Luna Rossa e New Zealand si contenderanno un posto nella storia. Il primo team a vincere 7 regate porterà a casa la vecchia brocca e la possibilità di decidere dove si svolgerà la prossima edizione. 

Riuscirà Luna Rossa a portare per la prima volta l’America’s Cup in Italia?

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