Spese folli: in che direzione sta andando il calcio?

C’era una volta in cui il mondo del calcio era sostanzialmente composto da persone le quali non erano alla ricerca di guadagni, bensì cercavano solamente di emergere sugli avversari. Nel corso degli anni, questa ideologia è andata via via trasformandosi in qualcosa di molto più serio, fino a diventare il grande business che è oggi. Uno degli aspetti che più testimonia questo cambiamento è stato l’incredibile rincaro dei prezzi dei cartellini dei giocatori.

Ogni epoca calcistica viene scandita da avvenimenti rivoluzionari, e come tale, questo periodo storico rientra in questa selezione. Basti pensare al fatto che il trasferimento di Maradona costò al Napoli “solamente” 13 milioni di euro circa, una cifra irrisoria, specie se paragonate alle somme che girano oggigiorno. Queste cifre sono cresciute negli anni, anche a causa della crescente inflazione, fino a toccare picchi altissimi. Già nel 2009 il trasferimento di Cristiano Ronaldo aveva fatto scalpore, quando passò al Real Madrid dal Manchester United per 94 milioni di euro. Sono passati nove anni, eppure in confronto ai trasferimenti di queste ultime sessioni di mercato, sembra essere passata un’eternità.

Una squadra che su tutte si è distinta maggiormente nelle sedi del calciomercato è stato il PSG, autore dei due trasferimenti più costosi della storia, con gli ingaggi di Neymar dal Barcellona per 222 milioni di euro e di Mbappé dal Monaco per 180 milioni di euro.
Proprio quest’ultimo, recentemente intervistato, si è detto scioccato della cifra spesa dal PSG per acquistare il suo cartellino da Monaco. 180 milioni per un teenager non erano mai stati spesi prima d’ora e, sebbene la somma spesa faccia impallidire, il francese ha ammesso che è il mercato a dettare i prezzi, e che bisogna solamente accettare la situazione.

In questi ultimi dieci anni la forbice tra le squadre ricche e tutte le altre si è allargata ancora di più, nonostante la FIFA negli ultimi anni abbia cercato di limitare queste spese folli con l’ausilio del Fair Play Finanziario. I risultati ottenuti, tuttavia, hanno solamente contribuito a creare malumori ed accrescere l’accusa di favoritissimi nei confronti di alcuni top club europei rispetto ad altri più piccoli. Società come Manchester City e PSG, ad esempio, per far quadrare i conti hanno dovuto ricorrere a metodi di sponsorizzazione alternativi per eludere le restrizioni sul FPF. Infatti, le proprietà di queste società garantivano agli sponsor i soldi necessari da essere immessi nella società facendo sembrare il tutto delle semplici operazioni di marketing, aiutando i club a pareggiare il bilancio di fine anno. Le sanzioni comminate a questi due colossi del calcio europeo sono state senz’altro miti, soprattutto se paragonate a quelle di squadre più piccole che sono state addirittura squalificate dalle coppe europee, come successo nell’ultimo anno al Panathinaikos.

In futuro sarà interessante scoprire se certe cifre diventeranno vicende ordinarie oppure no. La FIFA interverrà con nuove regolamentazioni, come ad esempio succede in NBA con il salary cap? In che direzione sta andando il calcio? Voi lettori cosa ne pensate?

Credits to Sergio Brigo

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