In Formula 1 molte sono le maledizioni che i tifosi amano denominare. C’è la maledizione del primo Gran Premio della stagione, il cui vincitore immancabilmente, almeno negli ultimi anni, si ritrova poi in seconda posizione nella classifica piloti alla fine del campionato. C’è la maledizione di Monza, che prevede che, ogni anno, il primo ad aver raggiunto la bandiera a scacchi sullo stesso circuito l’anno precedente non veda la bandiera bianca e nera di quell’edizione, ma che anzi sia costretto al ritiro. C’è poi la maledizione di Monte Carlo, che immancabilmente colpisce Charles Leclerc sin dal suo esordio in Formula 1. E a quanto pare, c’è anche la maledizione “delle foto allo specchio di Lewis Hamilton”, i quali sembrano fatalmente precedere l’annuncio di sostituzioni all’interno del Paddock del circus. Ebbene così è successo anche prima del ritorno dei piloti sul circuito di Baku, in Azerbaijan: lo storico Team Principal di AlphaTauri – o per i fan di vecchia data, della Toro Rosso – Franz Tost ha deciso di lasciare il suo incarico a fine stagione.
A sostituirlo però è un nome conosciuto, che ha creato scalpore e non poche perplessità: sarà infatti il corrente Sporting Director di Ferrari, Laurent Mekies, a prendere le redini della piccola scuderia italiana. La confusione, tuttavia, non ha tardato ad arrivare. Dopotutto, Ferrari non ha ancora ufficializzato la questione – anche se chiunque comprenderebbe il desiderio di porsi a capo di un team di Formula 1 e dunque il licenziamento dal corrente posto di impiego -, e inoltre Mekies è ancora al servizio del team, essendo stato presente ed inquadrato questo fine settimana al muretto box. Arriverà anche per lui l’allontanamento dal team di Maranello nelle prossime settimane, e la pattuizione di un contratto di segretezza?
Ciononostante, la partenza dello Sporting Director non fa che mettere in evidenza una sola vicenda: la fuga, iniziata con l’ex Team Principal Mattia Binotto, di alte figure dalla più importante scuderia italiana. All’appello infatti figurano alte cariche, come il responsabile direttivo del settore aerodinamico David Sanchez destinato a passare alla McLaren, e molti ipotizzano che anche lo scorso responsabile delle strategie, Inaki Rueda, rischi il licenziamento o che comunque decida di lasciare la Rossa di sua sponte. E per quanto alcuni Ferraristi possano accogliere l’ultima notizia con soddisfazione date i diversi errori di strategia della passata stagione, la situazione delineata è una sola: in positivo si potrebbe pensare che in Ferrari si cerchi il cambiamento, ma in negativo si potrebbe dire che ormai le speranze dei lavoratori di Maranello di portare a casa un titolo che manca dal 2007 stiano calando.
Il cambiamento iniziò lo scorso anno, quando il team rosso annunciò “di aver accettato le dimissioni di Mattia Binotto, che il 31 dicembre lascerà il suo ruolo”. Molte indiscrezioni e pettegolezzi hanno seguito l’annuncio: chi incalzasse l’idea di un disaccordo tra Binotto e John Elkann (amministratore delegato di Exor N.V., società di investimento a capitale variabile che investe anche in Ferrari), chi supponesse che Mattia avesse deciso di abbandonare il ruolo che tanto grava sulle spalle di ogni Team Principal, ma soprattutto di quello di Ferrari. Le sue parole sembrano confermare l’ultima ipotesi: si annuncia amaricato di abbandonare l’azienda per cui lavora da quasi tre decenni, e che ha visto vincere, ma consapevole di lasciare una squadra unita e in crescita. Tuttavia, è sotto la sua visione che sono iniziati i lavori della SF-23, e sotto anche il patrocinio di Sanchez. Anche quest’ultimo però ha rassegnato le dimissioni dopo oltre dieci anni a Maranello: una perdita importante, che anche Vasseur enfatizza smentendo le tante critiche arrivate a Sanchez riguardanti la falsa partenza della monoposto.
In sostanza, la Rossa si appresta ad affrontare un nuovo periodo sotto l’occhio vigile del nuovo Team Principal Frédéric Vasseur, con la nomina di nuovi volti per le cariche. La domanda ora resta: sarà in positivo o in negativo il cambiamento in Ferrari?
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