Era il 4 luglio del lontano 2014, quando sul circuito di Silverstone Susie Wolff fece il suo debutto come test driver per la Williams, guidando la FW36, per poi ripresentarsi anche in Germania nello stesso anno. Un’esperienza che continua anche l’anno successivo, dove però Susie annuncia il suo ritiro dalla Formula Uno: un’avventura che si chiude dunque al volante di una monoposto in pista, ma che si riapre quest’anno con l’investitura a nuovo managing director della F1 Academy series.
Si tratta di un grande passo nella carriera di Susie: non solo la pone ormai al comando di quella che è la sezione del circus dedicata a sviluppare e preparare giovani donne a farsi strada nelle categorie del motorsport, ma dimostra che la sua attiva campagna per sensibilizzare il mondo dei motori alla presenza femminile è più che sulla buona strada. È proprio Susie stessa a confessare che la sua nomina corrisponde ad “un’opportunità per promuovere un vero cambiamento nel settore”, aggiungendo però che il lavoro da fare è molto ma che la determinazione non manca. Si professa dunque fiduciosa, speranzosa che il suo operato possa ispirare le donne di tutto il mondo a seguire i propri sogni e “realizzare che grazie al talento, alla passione e alla fermezza, non ci sono limiti a quello che si può ottenere”.
Dopotutto, questa nuova posizione è anche il sogno della giovane Stoddart – nome nubile dell’ormai signora Wolff – che spendeva le sue giornate nella concessionaria dei suoi genitori e sul circuito insieme al padre: il nuovo capitolo della sua carriera, infatti, unisce l’esperienza che ha affinato in questi anni sia come pilota che come team principal con la sua passione per l’empowerment femminile. Tratti che anche Stefano Domenicali – CEO di Formula One Group – sottolinea nelle sue dichiarazioni alla stampa: egli afferma come Susie sia una persona a suo parere incredibile e detentrice della consapevolezza di cosa serva a raggiungere i più alti livelli del motorsport, sia come ex-pilota che come Team Principal.
Possiamo sicuramente affermare che la carriera di Susie è la prova delle parole pronunciate da Domenicali: dopo aver distrutto le barriere poste dagli stereotipi secondo cui le donne non avrebbero mai messo piede nel circus della Formula Uno, nel 2016 Susie ha fondato, sulla base delle sue ambizioni e delle sue speranze, la non-profit Dare to be Different, rendendosi promotrice del cambiamento che aveva iniziato al volante della Williams. Un percorso che la porta tre anni dopo ad unirsi con FIA Women in Motorsport Commission, per guidare un programma per giovani donne tra gli otto e i diciotto anni amanti dei motori, culminato con eventi che hanno accompagnato la Formula E in diverse tappe.
Un curriculum esemplare, che rende Susie Wolff una delle figure più amate ma soprattutto con maggior competenza all’interno di quello che è tutto l’universo della competizione automobilistica: da una giovane al seguito del padre, all’essere definita la migliore donna al mondo alla guida di un kart; dall’investitura a Honorary Fellowship all’Università di Edimburgo nel 2013 per il suo lavoro come ambasciatrice della presenza femminile nel mondo dello sport all’onore del conferimento della carica di Member of the Order of the British Empire nel 2017 per i suoi “servigi” alle donne nel motorsport tramite il lavoro svolto sia sul circuito che al di fuori di esso.
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