24 febbraio 2024 – Newsletter

SPORT E SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

Per Cortina 2026 verranno abbattuti 500 larici secolari per realizzare la pista dello “Sliding Center”; tale scelta è stata fortemente criticata dalle associazioni ambientaliste.

In vista delle Olimpiadi invernali di Cortina 2026, per la creazione di una pista che verrà utilizzata da una da atleti nelle discipline bob, skeleton e slittino, verranno abbattuti oltre 500 larici secolari. Il lavoro di abbattimento degli alberi secolari è iniziato recentemente: gli arbusti lasceranno spazio a un’infrastruttura di cemento armato del costo di oltre 120 milioni di euro che verrà realizzata nella conca ampezzana. L’alternativa alla creazione di tale pista è quella già presente e funzionante a Innsbruck, in Austria a un’ora di distanza da Cortina e il Comitato Olimpico Internazionale ha chiarito che nulla vieta di utilizzare quell’impianto. Agli ingenti costi economici da sostenere (serviranno centinaia di migliaia di euro all’anno per la refrigerazione dell’impianto), si aggiunge un ulteriore problema: l’impossibilità di riconvertire la pista ad altro utilizzo dopo la fine dei Giochi Olimpici. L’opera realizzata sarà dunque sfruttabile solo dagli esigui partecipanti delle discipline precedentemente elencate che contano poche decine di atleti in tutta Italia: bob e skeleton. L’impatto che però desta maggiore preoccupazione è sicuramente quello ambientale, in particolar modo quello della deforestazione: secondo le stime del Club Alpino Italiano, per il funzionamento della pista andranno prelevati 3 mila metri cubi d’acqua e sacrificati 25mila metri quadri di lariceto secolare; alberi che dovranno essere abbattuti per fare spazio al tracciato.

Tale iniziativa ha scosso le associazioni ambientaliste come  Club Alpino Italiano, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano e WWF Italia che hanno prontamente preso posizione schierandosi contro la realizzazione della suddetta pista, inviando, nelle scorse settimane, una lettera a Thomas Bach, presidente del CIO, ribadendo la loro opposizione all’opera e spiegandone i motivi. Tali associazioni sostengono che il progetto, “è privo di ogni valutazione ambientale pur riguardando una delle più delicate valli alpine, di grande bellezza naturale e ricca biodiversità”. Inoltre “mette a forte rischio la sicurezza degli atleti e del pubblico perché posticipa la scadenza per la consegna dei lavori e la pre-omologazione della pista dal 15 novembre 2024, data stabilita nel Dossier, ad aprile 2025 e perché fissa nell’autunno successivo l’omologazione e i test events necessari per testare la sicurezza della pista e apportarvi gli eventuali necessari correttivi, a ridosso dell’inizio dei Giochi”.

Il progetto, secondo le autorevoli associazioni, “è del tutto negativo dal punto di vista della legacy perché manca un piano per il futuro e il costo annuale dell’impianto a regime, se verrà realizzato, supererà abbondantemente 1.200.000 euro, di cui solo un terzo è stato assicurato dalla Regione Veneto e il resto è assolutamente insostenibile per il Comune di Cortina che, come ha dichiarato il Sindaco, Gianluca Lorenzi, rischia il default e pertanto sarà obbligato ad abbandonare la gestione dell’impianto, come è avvenuto per la pista di Cesana realizzata per i Giochi invernali di Torino 2006”. Per finire “l’impianto non è assolutamente giustificabile sul piano dell’utilità e della redditività se si considera che in Italia i praticanti ufficiali delle tre discipline interessate sono solo 59 e che anche nel resto del mondo è assai ridotto il numero sia di atleti che di competizioni”. “Alla luce di tutto ciò, le Associazioni di protezione ambientale confermano l’assoluta contrarietà alla realizzazione del nuovo progetto e assicurano il loro impegno a seguire costantemente e da vicino l’evolversi della situazione e a intervenire con ogni mezzo legittimo in caso di violazione di norme che tutelano l’ambiente e la sicurezza”.

Di Chiara Arsieni

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